39 - Spostamento di popolazioni
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Gli impatti del cambiamento climatico, come gli uragani devastanti, le ondate di calore estreme, l'innalzamento del livello del mare e la desertificazione, sono forze trainanti che costringono le comunità a cercare rifugio altrove. Gli abitanti delle zone costiere sono spesso i primi a essere colpiti, con le loro terre che vengono inghiottite dalle acque o devastate da tempeste sempre più violente.
Ad esempio, l'innalzamento del livello del mare mette in pericolo l'esistenza stessa di Kiribati, composta da numerosi atolli bassi. Gli effetti del cambiamento climatico, come l'erosione costiera e la salinizzazione delle terre e delle acque dolci, hanno impatti devastanti sulla vita quotidiana degli abitanti di queste isole. Le case vengono inghiottite dal mare, le colture danneggiate dall'intrusione di acqua salata e l'accesso all'acqua potabile diventa sempre più difficile. Alcuni abitanti hanno già intrapreso azioni per emigrare, anticipando le crescenti sfide poste dal cambiamento climatico[1]. [1] AR6 WG2 6.2.3.3 p941 (p929)
4Causes
Il calo delle rese agricole o la perdita di raccolti legata a condizioni estreme (siccità, cicloni, inondazioni) pongono problemi di sicurezza alimentare (fino alla carestia) e possono essere causa di migrazioni.
FONTI: AR6 WG2 7.2.6 p1091 (p1079) // AR6 WG2 Figura 7.7 p1096 (p1084)
I principali fattori climatici che inducono migrazioni climatiche sono le siccità, le tempeste tropicali, i cicloni, le forti precipitazioni e le inondazioni.
FONTI: AR6 WG2 TS.B.6.1 p64 (p52) // AR6 WG2 Figura 7.7 p1096 (p1084)
Il calo delle rese agricole o la perdita di raccolti legata a condizioni estreme (siccità, cicloni, inondazioni) pongono problemi di sicurezza alimentare (fino alla carestia) e possono essere causa di migrazioni.
FONTI: AR6 WG2 7.2.6 p1091 (p1079) // AR6 WG2 Figura 7.7 p1096 (p1084)
Le popolazioni locali fuggono dalle zone di combattimento e migrano per ritrovare sicurezza e un minimo di comfort.
2Consequences
Quando si spostano, i rifugiati spesso si ritrovano collocati in campi "profughi" in cui la concentrazione umana e la mancanza di infrastrutture sanitarie favoriscono la comparsa e la circolazione dei vettori di malattie.